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Origini

Il più grande mammifero della Sardegna e della Corsica

Esistono due ipotesi sull’origine del cervo sardo-corso:

  • nella prima, si ritiene che un piccolo gruppo di cervi provenienti dall’Italia, abbia raggiunto le due isole nel periodo di massima regressione marina durate la glaciazione wurmiana. Infatti, all'epoca Sardegna e Corsica formavano un unico blocco e il passaggio potrebbe essere avvenuto attraverso l'arcipelago toscano dal quale il nord della Corsica era separato da uno stretto braccio di mare con acque poco profonde e calme, facilmente guadabile;
  • nella seconda ipotesi, si ritiene possibile l'importazione operata dall'uomo forse in epoca preistorica, almeno per quanto riguarda la Sardegna, ed un'evoluzione rapida del Cervus elaphus verso la sottospecie endemica  Cervus elaphus corsicanus. In Sardegna era esistente e comunemente cacciato nella III fase dell'epoca nuragica (1260 – 900 a.C.) o forse  già nella II (1500 – 1260 a.C.). Successivamente fu introdotto in Corsica, o dalla Sardegna o dal continente, i primi fossili rinvenuti su quest'isola risalgono VI secolo (Castellu).

La sottospecie è presente solo nelle isole di Sardegna e Corsica

  • Fino al XIX secolo alcuni autori la descrivono come comune ed abbondante.   
  • Agli inizi del XX secolo era distribuito nell'isola di Sardegna in tutti i massicci montuosi, anche se ormai con densità ridotte.    
  •  In seguito, la frammentazione e la conseguente drastica riduzione dell'habitat causata dalla deforestazione e dagli incendi pastorali, in concomitanza prima con la caccia e poi con il bracconaggio, ridussero nel 1950 l’areale sardo a tre zone distinte (Arburese, Sulcis, Sarrabus).
  • Negli anni ’60 la popolazione sarda fu valutata tra gli 80 e i 100 esemplari, divisi nei due areali principali del cagliaritano occidentale (Capoterra) ed orientale (Settefratelli), evidenziando una piccolissima popolazione dislocata nella parte più a nord dell’Iglesiente (Montevecchio), mentre negli anni '70 si estingueva in Corsica. 
  • Alla fine degli anni '60 il Cervo sardo fu inserito nel Red Data Book dell'I.U.C.N.  tra le specie maggiormente minacciate d’estinzione del pianeta.
  • Da alcuni decenni a questa parte, in Sardegna si è assistito ad un notevole incremento delle popolazioni naturali (Arburese, Sulcis, Sarrabus), e grazie ad alcuni interventi della Regione Sardegna, negli anni 80 sono state create nuove popolazioni nelle FF.DD. di Montimannu (Villacidro) e Monte Lerno (Pattada). 
  • Tra gli anni '80 e '90, 14 esemplari furono trasferiti dalla Sardegna alla Corsica in recinti nei ambientamento di Quenza e Casabianda e successivamente da questi al recinto di Ania. A partire dal 1998 gli animali sono stati progressivamente rilasciati in natura (239 capi in 11 anni). Attualmente la sottospecie è distribuita in 5 aree: Montifau/Castifau, Venancais, Deux sorru, Fium’Orbu e Alta Rocca.
 
Le stime di presenza attuale del cervo in Sardegna sono ottenute attraverso censimenti eseguiti dall’Ente Foreste della Sardegna e dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).