Minacce e conservazione
Le principali cause che portarono alla rarefazione del Cervo sardo-corso ed all’estinzione locale della specie nella maggior parte della Sardegna e totalmente dalla Corsica sono state:
1) il disboscamento indiscriminato delle foreste,
2) l’eccessivo prelievo venatorio,
3) gli incendi e la diffusione dell’allevamento degli animali domestici.
Tutto ciò ha determinato due condizioni particolarmente pericolose per la conservazione della specie: la frammentazione dell’habitat idoneo e la riduzione della consistenza delle popolazioni.
Le piccole popolazioni sono inclini a gravi perdite di fitness e di potenziale evolutivo, tanto da poter essere soggette ad estinzione, nel breve o lungo periodo.
Nelle popolazioni isolate la deriva genetica è più intensa, dal momento che ogni generazione porta solo una frazione del pool genetico totale della generazione precedente: questo processo è la causa di un aumento dell’omozigosità e della graduale perdita di variabilità genetica, a prescindere dai processi concomitanti di selezione e mutazione.
Esiste una correlazione diretta tra eterozigosità e fitness in una popolazione: ad una diminuzione di eterozigosità corrisponde una graduale diminuzione della fitness. Effetto del fondatore, isolamento e prolungati bassi tassi di flusso genetico possono ridurre la diversità genetica e il potenziale di adattamento, aumentando nel contempo l’inbreeding e la probabilità di estinzione della popolazione colonizzatrice.
Non sono da trascurare, inoltre, altri due fattori di minaccia per la specie: il conflitto tra la tutela della fauna e le attività antropiche e la carenza di coordinamento per la tutela della specie:
1 ) Conflitto tra tutela della fauna e attività antropiche
L’evoluzione degli scorsi decenni ha modificato radicalmente il quadro faunistico-ambientale ed il contesto socio-economico delle popolazioni. L’esplosione demografica e territoriale degli ungulati e il passaggio ad una agricoltura intensiva e caratterizzata anche da colture di pregio, ha prodotto nuove forme di conflitto e nuovi protagonisti. Il Cervo spesso entra in conflitto con le attività antropiche, sia per i danni che arreca all’agricoltura, sia per i rischi che arreca al traffico dei veicoli ed alla sicurezza dei cittadini.
2) Carenza di coordinamento per la tutela della specie
La mancanza di coordinamento della specie, a livello globale di habitat, pone la sottospecie sardo corsa in uno status di non omogeneità nella predisposizione degli interventi di tutela. Le regioni trasfrontaliere non hanno mai incanalato gli sforzi di tutela dei singoli stati verso un piano internazionale di tutela che sia progettato per risolvere i problemi nel lungo periodo.
La sottospecie è classificata come "particolarmente da proteggere" dalla legge italiana (L. 57/92) e dalla legislazione sarda (L.R. 23/98). La caccia è vietata nelle due isole. E' severamente protetta ai sensi della appendice II della Convenzione di Berna e si trova negli allegati II e IV della Direttiva Habitat dell'Unione europea come specie prioritaria (92/43 CEE).
La situazione è molto diversa per la Corsica: nessuna legge a livello nazionale o regionale, protegge questa sottospecie. Ogni anno, quindi, un Prefetto la esclude dalla caccia (firmando una sorta di "decreto prefettorale" - arrêté prefectoral in francese - un piano di caccia ad hoc) in quanto la legislazione francese non distingue la sottospecie dell’Isola da quella continentale.
I partner del Progetto LIFE sono impegnati da tempo in azioni di conservazione della sottospecie.
Nella provincia del Medio Campidano, sono stati finanziati dei prati-pascoli a perdere, onde fornire foraggio ai cervi. Vengono risarciti annualmente agli allevatori e agli agricoltori i danni alle colture provocati dai cervi. E' stata messa in opera in alcune aree una segnaletica stradale "antiselvaggina", avente lo scopo di mettere in guardia gli automobilisti che attraversano le aree di passaggio dei cervi. Sono stati posti in opera sistemi di dissuasione (dissuasori acustici, reti elettrificate) in alcuni campi coltivati, onde evitare l'ingresso dei cervi.
L’Ente Foreste Sardegna ha creato (nell’ambito del progetto Cervo sardo, iniziato dall’allora Azienda Foreste Demaniali Regione Sardegna) una serie di aree faunistiche per l’allevamento della sottospecie con lo scopo di dare origine a nuclei di riproduttori da utilizzare per successive reintroduzioni in natura. L'Ente esegue dal 1986 i censimenti dei cervi presenti nei territori gestiti.
Il Parc Regional du Corse sin dal 1985 collabora con le autorità competenti nazionali francesi per la salvaguardia del Cervo. Il parco ha gestito direttamente i primi trasferimenti di cervi dalla Sardegna e continuamente attua politiche sostenibili legate alla tutela delle specie faunistiche e del loro habitat. Il parco è membro attivo in Corsica del gruppo di gestione dei "Grandi Ungulati della Corsica".
In precedenti programmi di gestione del Cervo in Sardegna sono state effettuate indagini di Human Dimension (ISPRA) per valutare l’atteggiamento della popolazione locale per le varie ipotesi di gestione della popolazione di Cervo ed una serie di incontri preliminari prima di procedere al programma pilota di reintroduzione del Cervo in Ogliastra.